“Regina Madre”, di Manlio Santarelli, è la pièce andata in scena sabato 16 novembre al Teatro Sociale di Fasano, penultimo spettacolo in concorso al Festival Nazionale di Teatro “Di scena a Fasano”.
La compagnia FSSL di San Marco Evangelista (Ce), unica compagnia del sud Italia in concorso, ha portato sul palco la storia di una madre e di un figlio (interpretati da Domenico Palmiero e Clementina Gesumaria), la relazione paradossale che si instaura tra due soggetti bisognosi di aiuto.
Malattia e disperazione si aggrovigliano nel tentativo di ricercare una realtà perduta tra le parole ingannatorie, tra gli intrecci che si creano tra il racconto della quotidianità e il rifugiarsi nella fantasia. Un intreccio così intricato da non lasciar intendere al pubblico il confine tra la verità e la menzogna.
Così, questo spettacolo porta con sé sorriso e riflessione: fa ridere il pubblico grazie al vernacolo napoletano, alle battute schiette della mamma, alla pungente ironia ma costringe anche a riflettere sulla malattia e i suoi riverberi nella vita di chi la incontra direttamente o di sfuggita, di chi ci convive senza riconoscerla e di chi ci si aggrappa facendola diventare la matita con cui scrivere la propria storia.
L’intero spettacolo è una storia, la storia di una relazione familiare che prova a diventare libro: “Regina Madre”. Il titolo esprime il ruolo ingombrante esercitato da una mamma nella vita di suo figlio. Quarant’anni scanditi da ricatti, falsità, confronti insostenibili, bugie, non detti, silenzi assordanti, castelli costruiti in aria che finalmente crollano.
Così, gli ultimi momenti di questa relazione lunga una vita diventano l’occasione per portare alla luce tutto ciò che era stato nascosto in modo maldestro, le increspature che nel tempo si sono trasformate in muri insormontabili.
Una storia lunga più di cento minuti che permette al pubblico di riflettere e sorridere, cercando invano di definire il confine dove la realtà si fonde con l’immaginazione.
Sabato 23 novembre è in programma l’ultimo appuntamento in concorso: “Novecento”.