Cultura

L’UTL ricorda Palmina Martinelli e Crescenza Vinci in un convegno contro la violenza sulle donne

La Redazione
L’UTL ricorda Palmina Martinelli e Crescenza Vinci in un convegno contro la violenza sulle donne
L'impegno socio-culturale dell'Università del Tempo Libero San Francesco d'Assisi in una tavola rotonda
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Il 25 novembre scorso, la locale Università del Tempo Libero ha celebrato la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, nella propria sala convegni, in cui la consigliera Giovanna Acquaviva, con la docente Pasquina Calandrella, aveva allestito una toccante scenografia arricchita da una scia di cuori, realizzati nei Laboratori d’Intreccio.

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La presidente Palmina Cannone, dopo il saluto, ha ricordato Palmina Martinelli nel quarantesimo anniversario della sua morte.

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«La quattordicenne fasanese, l’11 novembre 1981, viene ritrovata arsa viva nella sua modesta abitazione. Omicidio? Suicidio? – si chiede la presidente Cannone -. Purtroppo ancora oggi – seguita a dire – i punti rimasti oscuri sono tantissimi. In ospedale, nel reparto degli ustionati gravi, Palmina fa il nome dei suoi assassini, che purtroppo sono ancora liberi. La ragazza, dopo indicibili sofferenze e 22 strazianti giorni, vola in cielo il 2 dicembre dello stesso anno. La volevano sulla strada e lei, ragazza dolce e sensibile, alunna diligente e studiosa, aveva rifiutato.

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Cresciuta in un ambiente familiare disagiato, aveva trovato nella scuola e nei suoi insegnanti sicurezza e valori che la stavano forgiando. La sua fu una morte agghiacciante che turbò l’opinione pubblica non solo fasanese, ma dell’Italia intera. Una vicenda che non va dimenticata – ha ribadito con forza Palmina Cannone».

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Le sue parole sono state accompagnate da un video sulla fanciulla.

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Il femminicidio: una questione culturale, questa la tematica su cui ha relazionato la dott.ssa Anna Francioso, psicologa del Centro Antiviolenza “insieme si può” di Fasano, che ha spiegato le finalità del Centro e il supporto da esso offerto ogni giorno alle donne bisognose di aiuto. Quotidianamente in Italia, 89 donne sono vittime di reati di genere: atti persecutori e abusi psicologici, fisici, sessuali. Ciò che preoccupa è constatare l’essere sempre più giovani i maschi che uccidono.

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La dott.ssa Cinzia Caroli, pedagogista e ricercatrice, nonché assessore alla Cultura e alle Pari Opportunità, con un eloquio fluido e chiaro, ha catalizzato l’attenzione dei presenti parlando della tematica – 25 novembre: cosa resta il giorno dopo? Il ruolo della pedagogia nel contrasto alla violenza di genere. «Le cause della violenza vanno ricercate a monte, nell’educazione che la famiglia impartisce ai figli fin dalla più tenera età», ha sottolineato la dott.ssa Caroli. L’avv. Luana Amati, vicesindaco di Fasano, con competenza e professionalità, ha trattato: Il diritto di difendersi, riportando statistiche e nuove leggi in proposito. Ha poi ricordato il femminicidio della concittadina Crescenza Vinci, affermando che sia a lei che a Palmina Martinelli sono state intitolate una via e una piazza.  

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Come l’assessore Caroli, anche l’Amati ha riportato alcuni esempi concreti emersi dalla sua professione non solo di avvocato, ma anche di docente. Ha poi preso la parola la presidente Mariateresa Maggi, sottolineando l’impegno del Coordinamento contro la violenza di genere.

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Ha concluso il dott. Giuseppe Pace, vicepresidente della provincia di Brindisi che, oltre a porgere il saluto istituzionale, ha espresso la sua vicinanza alle donne vittime di violenze fisiche e psicologiche.

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Sono pervenuti anche i saluti del sindaco Francesco Zaccaria, impegnato nel primo Consiglio Comunale.

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Alla manifestazione era presente anche la Croce Rossa, sez. di Fasano, che ha portato il saluto del Presidente Francesco Posado.

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Alle signore intervenute sono state donate una rosa e la coccardina antiviolenza.

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lunedì 29 Novembre 2021

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Pastore Giovanni
Pastore Giovanni
2 anni fa

Questa è un'altra emergenza di questo momento che esige una risposta educativa da parte della scuola, ma oltre l'ordinaria didattica, e anche reazioni chiare e inequivocabili da parte delle istituzioni per evitare una cronicità costante e progressiva.Non si può scegliere di girare intorno sapendo di girare a vuoto.Ieri sui campi di serie A per la sensibilizzazione contro la violenza sulle donne si è giocato con la faccia dipinta di un segno rosso.Eppure dopo aver assistito alla partita un tifoso ha molestato ripetutamente una giornalista.Il comportamento è odioso ma ancora più penoso è quello di chi cercava di minimizzare.