Cultura

“Il sogno di Domenico” e di chi nei sogni ci crede ancora

Madia Lucia Colucci
“Il sogno di Domenico”
Al Teatro Sociale le parole Gerry Moio, la musica di Demy Ditano e la regia di Mimmo Capozzi
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Coloro che, in queste sere, credevano di veder raccontata sul palcoscenico del Teatro Sociale la biografia di Domenico Modugno sono rimasti piacevolmente sorpresi.

Certo, ne “Il sogno di Domenico” le vicende legate alla movimentata vita del “cantattore” meridionale non sono mancate, fungendo, però, da filo conduttore in una trama fatta di ironia, aneddoti e tanta musica, sapientemente orchestrata dalla regia di Mimmo Capozzi.

Sulla scena due ragazzi, Gerry Moio e Demy Ditano, che hanno raccontato, con la voce e la chitarra, la voglia di non arrendersi, di continuare ad inseguire un sogno, di preferire un campo di margherite ad una valanga di mail.

Oltre alla passione e alla bravura, dei due personaggi in scena bisogna riconoscerne la versatilità. Non solo nel saper descrivere e suscitare con disinvoltura diverse emozioni, ma soprattutto nel saper fronteggiare le avversità insite nella diretta del teatro con prontezza e complicità.

La versatilità è una qualità che si rispecchia indubbiamente nel monologo, protagonista indiscusso della serata. Un monologo dinamico, in grado di parlare con pungente sarcasmo del successo immeritato e sfuggente che contraddistingue il nostro tempo e, al contempo, con un amaro sorriso del rapporto sofferto dei giovani con la Puglia, con il Sud, terra tanto bella quanto inospitale per i suoi figli.

In definitiva quello proposto al pubblico fasanese (e non solo) in queste tre serate è uno spettacolo che ti sprona a riaprire il cassetto colmo di sogni, a saper riconoscere la sorprendente magia del destino e a lasciarlo fare.

domenica 19 Gennaio 2020

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