Accendi il camino, è l’ora del mobile learning

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L'inverno porta con sè la pigrizia di non voler uscire di casa. Questo però non necessariamente deve mandare in letargo la nostra voglia di formazione: ecco come
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L’inverno porta con sè la pigrizia di non voler uscire di casa. Questo però non necessariamente deve mandare in letargo la nostra voglia di formazione. Imparare è possibile. Anche vicino ad un camino. Il sistema della formazione è cambiato e probabilmente questa notizia è alla portata di tutti: quelle forse ancora non considerate nella maniera opportuna sono le sue reali potenzialità.

Negli ultimi anni il mondo accademico ha subito delle influenze importanti, quasi di pari passo con l’evoluzione tecnologica del nuovo millennio. Sempre in più scuole, di qualsiasi grado è possibile trovare sistemi di didattica innovativi che sposano le naturali esigenze della conoscenza con i nuovi mezzi evolutivi di comprensione e comunicazione. Tralasciando i vari strumenti didattici frontali, come lavagne multimediali, realtà virtuali, sistemi multimediali sincronizzati, quello che realmente ha dato una svolta al modo di fare formazione è l’e-learning. Ancor di più il mobile learning. Il settore della telefonia, che sia tablet piuttosto che smartphone, è in continua evoluzione e con esso si evolve il nostro modo di vivere la giornata e di organizzare il planning della nostra quotidianità.

A questo si aggiunge un’informazione web spesso contrastante nelle varie fonti, che stimola la nostra curiosità e il nostro senso di responsabilità del sapere. Un mondo che ci obbliga quasi a sapere tutto. O comunque a sapere bene qualcosa. Anche questo aspetto ci ha avvicina al mondo della formazione, spesso senza sapere cosa realmente cerchiamo. Si ha voglia di imparare. E spesso non ci rendiamo conto che ad aiutarci ci sono i nuovi sistemi di formazione. Non solo singoli corsi formativi, che trasferiscono singole competenze specifiche, ma anche corsi di qualifica, di alta formazione, fino ad arrivare ai corsi universitari. Sono stati proprio quest’ultimi che hanno spinto sull’acceleratore della nuova macchina della formazione. Il fenomeno ha riscosso un interesse particolare soprattutto a partire dal 2011 quando alcune università americane, tra cui Stanford, M.I.T. e Harvard, hanno dato avvio ad iniziative di formazione online di grande impatto, coinvolgendo un numero molto elevato di utenti con i Massive Online Open Courses (MOOC). Nello stesso anno il mercato mondiale della formazione e-learning ha raggiunto 35,6 miliardi di dollari. Secondo gli esperti il fatturato supererà i 50 miliardi di dollari entro quest’anno.

Le principali università del mondo oggi affiancano, alla formazione frontale tradizionale, sempre più ore di e-learning con moduli formativi e di approfondimento offerti senza vincoli di spazio e di tempo, permettendo quindi agli allievi di accedervi da qualsiasi luogo e in qualsiasi orario. In particolar modo alcuni strumenti connessi spesso comportano un’esperienza formativa addirittura migliore rispetto a quella tradizionale; si tratta di una pluralità di strumenti di tracciabilità e soprattutto comunicazione, quali chat, instantcall, classi virtuali, riferimenti web costanti e aggiornati, tutor virtuali, e altro ancora. Il tutto a supporto di una formazione che non necessità di dichiarazioni di credibilità, ma solo di essere vissuta. Che sia per proseguire la nostra carriera accademica progettata, piuttosto che per accrescere le nostre competenze non è assolutamente azzardato affidarsi ai sistemi mondiali o locali di e-learning. Anzi, di mobile learning.

PFJ

giovedì 14 Gennaio 2016

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