Cultura

Festa dei lettori 2017: Francesca Borri e la realtà oscura delle Maldive

Marzia Perrini
La presentazione di Francesca Borri
Presentato ieri, 28 settembre, l'ultimo libro della reporter di guerra Francesca Borri "Ma quale paradiso? - tra i Jihadisti delle Maldive"
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Secondo appuntamento ieri, 28 settembre, per la “Festa deinlettori”, evento giunto alla 13^ edizione e organizzato dall’associazione “Presidindel libro” con il patrocinio della Regione Puglia e del Comune di Fasano. Lanmanifestazione, destinata alla promozione della lettura, in particolar modo trani giovani, per quest’anno ha come titolo “SconfinaMenti”, stimolo per viaggiarencon la propria testa attraverso la lettura e scoprire mille mondi diversi,nabbattendo ogni tipo di barriera e sentendosi liberi di non avere limiti. Ieri,npresso il Chiostro dei minori osservanti, la giornalista barese e inviata dinguerra Francesca Borri ha presentato il suo libro “Ma quale paradiso? – tra inJihadisti delle Maldive”, edito Einaudi, dialogando con il giornalista enpresidente del Rotary Club Donato Mancini.

Il libro, definito da Roberto Saviano come “un reportage chenmette sottosopra il paradiso per eccellenza: le Maldive”, racconta di unanrealtà oscura di cui in pochi sono a conoscenza; le Maldive, simbolonparadisiaco per eccellenza, sono in realtà l’esatto contrario di ciò che noinimmaginiamo. Uno dei luoghi più inospitali del pianeta, dove l’eccessivo lussonsi affianca all’estrema povertà e la violenza, la Siria, l’Isis, la Jihadninternazionale sono parte della quotidianità, dove la città viene spartita danuna ventina di gruppi criminali, i guadagni finiscono in mano a pochinimprenditori vicini al governo e severe leggi mussulmane regolano l’infernalenvita degli abitanti. E allora non è così scioccante l’altissimo numero dinJihadisti che si trovano alle Maldive, come affermato dalla giovane reporter, inquali solo lì abbracciano tutte le motivazioni degli altri paesi insieme.

Il racconto è basato su esperienze sperimentate in primanpersona e sulla curiosità. La scrittrice vive infatti da 10 anni in MedionOriente, facendo la reporter sui fronti di guerra, vedendo la gente morire enesplodere vicino a lei. Vive in contesti atroci, che nulla hanno a che vederencon le immagini mostrate dalle televisioni italiane e occidentali, senza averenalcuna sicurezza dei giorni a venire. Eppure è un grosso errore pensare chentutto questo sia lontano da noi, dal momento che, come sottolineato più voltendalla Borri, spesso non siamo nemmeno in grado di collocare quei paesi sullancartina geografica, e il jihadismo in Europa esiste eccome, anche se innminoranza rispetto a Siria, Pakistan o Afghanistan.

Infine, la giornalista ha tenuto anche a precisare lanprofonda differenza di cultura occidentale e orientale, e di come l’Italia danfuori dia l’impressione di un paese frustrato. La cultura orientale a è molto più aperta,nsoprattutto verso il prossimo, che in qualsiasi caso deve essere messo davantina sé stessi e lo si deve accontentare, poiché si è possessori ma non possedutindalle cose materiali.

Dunque, quello della Borri è un reportage affascinante perncomprendere il fondamentalismo islamico e un mondo finto che di paradisiaco nonnha nulla, narrato da una cosmopolita che ci fa sentire piccoli, chiusi comensiamo, nei nostri egoismi.

Donato Mancini, infine, le ha consegnato la targa di sociononorario del Rotary Club.

venerdì 29 Settembre 2017

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