Calcio

Montaldi illude il Fasano, la Coppa va al Trani

Ciccio Cofano
La spettacolare coreografia dei tifosi del Fasano
Gli uomini di Laterza vanno in vantaggio con Montaldi imbeccato da Bernardini, autore di un grande spunto, e tengono bene il campo per un'ora. Dopo il gran pareggio di Arena, però, cedono di schianto e subiscono altre due reti
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Doveva essere un dolce risveglio quello dei tifosi fasanesi, ancora in preda all’euforia per una vittoria storica e attesissima. Invece il risveglio, se possibile, è ancora più amaro perché la delusione si sedimenta e perde le scorie tipiche del post partita, ancora infarcito di incredulità e stordimento. A restare, nel suo silenzio assordante, è un senso di impotenza; già, perché questa volta non ci si può nemmeno appellare ai salvatori della patria lasciati marcire in panchina o a squalificati o infortunati. Né tantomeno si può inveire contro l’allenatore, bersaglio prediletto in questi casi: Corvino, capocannoniere biancazzurro in campionato con otto reti, è stato egregiamente sostituito da Bernardini, autore di una grande prestazione per più di un’ora e decisivo nell’occasione del vantaggio fasanese. Altrettanto azzeccata la mossa del doppio centravanti di peso: Morga si è speso in un encomiabile lavoro sporco fin quando la condizione ancora precaria gliel’ha permesso, mentre Montaldi ha segnato e portato la croce come il suo collega di reparto. Incontestabile anche la scelta di schierare Pistoia al posto di Pugliese: l’esperienza del veterano, in appoggio ad Amato ed Anglani, ha inibito gli attaccanti tranesi per tutta la prima ora.

E allora, a conti fatti, a restare è la sensazione che non si potesse fare di più. La qual cosa, lungi dall’essere una scusante, dovrebbe far riflettere in primis la società: il mercato di dicembre ha portato in dote grandi nomi ma dall’avvento del nuovo anno il Fasano dà l’impressione di essere meno squadra, in balia della corrente della partita che quasi mai riesce a governare, cedente quasi di schianto alla prima, metaforica, spallata degli avversari. La partita del Fasano è finita sull’azione inarrestabile di Arena, vero spartiacque della partita. Da quel momento il biancazzurro si è sbiadito e il Trani ha preso il largo sull’onda dell’entusiasmo psichico e fisico; la Vigor sì, squadra: capace di saper soffrire dopo il vantaggio del Fasano, quando la partita sembrava poter sfuggire di mano, ed assestare i colpi micidiali della vittoria in poco più di un quarto d’ora, con la freschezza e la sfrontatezza tipica della gioventù. E se è vero che una squadra si riconosce nel risalire la china di una partita, il Fasano è ora come non mai lontano dall’esserlo, simile ad un pugile messo all’angolo al primo gancio ben assestato.

Ora però la Coppa va cancellata in fretta. Occorre non disperdere un capitale umano prezioso, quei 3000 tifosi accorsi al ‘Veneziani’ per sostenere i propri beniamini e che si meritano quantomeno un campionato lottato e onorato fino all’ultima giornata. È proprio questo il verbo chiave da qui a fine aprile: lottare. E forse, per farlo, servono meno nomi e più attributi, più voglia di soffrire tutti insieme. A cominciare da domenica, nella difficile trasferta di Molfetta. Nulla è compromesso, il campionato è lì, a sole tre lunghezze. Non servono capri espiatori sul campo né tantomeno teste che devono saltare in panchina. Ora la società è chiamata ad un vero esame di maturità: deve fare quadrato attorno a sé, ignorare i soliti, inevitabili, malcontenti e ripartire con una trasversale unità d’intenti. Solo così questa bruciante sconfitta potrà trasformarsi in vittoria, perché avrà insegnato qualcosa.

venerdì 2 Febbraio 2018

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cesare fanigliulo
cesare fanigliulo
6 anni fa

Tutte belle parole ma che fanno a pugni con la realtà del girone di ritorno, BARLETTA = presunzione OMNIA BITONTO = Fortuna sul goal annullato a PICCI ARADEO = Fortuna ed incapacità di chiudere la partita.BISCEGLIE in casa minimo sindacale e ieri in finale la banda del buco con i due centrali difensivi saltati come birilli o che facevao 2 lisci consecutivi e Anglani che arrancava dietro camporeale che entrava in area come un coltello nel burro……solo lanci lunghi incapacità ad organizzare una manovra con il centrale i con il mediano che si abbassa cros dalle fasce che non superano le dita di una mano in tutta la partita e soprattutto un LEO SERRI evenescente e mai incisivo tranne a Casarano…….ci vuole la svolta altrimenti rischiamo anche di uscire dalla zona play off