Milano. Settimana della moda.
La sfilata di Alex Alessandrini al Casello di Ponente era iniziata alle 20. Simon era stato il primo a uscire.
Indossava una tuta in lurex bucata sul torace, un cappello a falde larghe e un soprabito ampio in broccato viola. Procedeva sulla passerella accompagnato dallo Stabat Mater di Vivaldi, lo sguardo assente, non doveva pensare a nulla, attento solo a non sbagliare il passo. Non doveva pensare a Sofia che quella mattina aveva preparato le valigie ed era andata fuori dalla sua vita e neanche ad Alex, che lo avevo baciato.
Alla seconda uscita aveva indossato un impermeabile in plastica rosa con un foulard fiorato annodato al polso e una borsetta, sotto pantaloni corti e calzettoni. Alex gli aveva sistemato il bavero e gli aveva detto: – Noi possiamo scegliere ciò che vogliamo essere -.
Mantenne l’espressione disorientata richiesta dalla Maison e non gli fu difficile perché disorientato lo era davvero: un manichino senz’anima sospeso tra finzione e realtà, né maschio né femmina. Sofia aveva visto Alex che lo baciava.
– Cosa c’è tra voi? – aveva domandato.
– Niente – aveva risposto, – ma devo lavorare -.
All’ultima uscita Simon si muoveva come se danzasse. I capelli lunghi fino alle spalle ondeggiavano come un mare nero e lucente, l’enorme collana di metallo e cristalli produceva un rumore di campanelli, la seta del suo abito-vestaglia color cobalto frusciava sul pavimento e si apriva su un largo pantalone dello stesso tessuto . Con una mano impugnava una sciabola con l’elsa di lacca blu, sotto il braccio teneva la sua testa mozzata.
– Oh! com’è originale – aveva squittito un’eccentrica signora, – ne voglio una anch’io -.
Alex le aveva commissionate a una famosa azienda americana che aveva riprodotto i volti dei modelli su silicone. La somiglianza era impressionante e anche raccapricciante.
Da quando faceva il modello, Simon aveva dovuto depilarsi completamente, farsi crescere i capelli fino alla vita, truccarsi, indossare ballerine, tacchi a spillo e abiti che nessun maschio avrebbe mai indossato. Ma “lui, non v’era alcun dubbio sul suo sesso” *, lui sapeva di amare Sofia e lei lo aveva lasciato per quello stupido bacio a cui non aveva potuto sottrarsi.
– Puoi cercarti un altro lavoro – gli aveva detto.
– Non so fare altro – le aveva risposto.
Al termine della sfilata Alex uscì a salutare il pubblico. Indossava un pantalone e un pullover bianco che faceva risaltare la sua pelle bruna. Aveva voluto anche lui sotto il braccio la replica in silicone della sua testa mozzata.Simon, lo sguardo assente, non doveva pensare a nulla.
Attento solo a non sbagliare, alzò la sciabola e vibrò diversi fendenti sulla testa di Alex. Tutti pensarono che fosse un’ altra eccentrica trovata dello stilista e applaudirono entusiasti.
* Citazione da “Orlando” di Virginia Wolf.