Indagine su Adamo ed Eva

Raffaella Ricci
Conversazione con il Serpente
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Il concetto del bene e del male lo abbiamo creato a tavolino apposta per quei due. Sapete di chi sto parlando.

Li vedevo passare davanti al mio albero, mano nella mano. Sembravano come due bambini che fanno ogni giorno nuove scoperte. Erano felici. In realtà nel Paradiso terrestre tutti avremmo dovuto essere felici, ma loro sembravano più felici di tutti. Questo non era un problema per le api, le farfalle, le rondini, gli aironi, i fenicotteri. Loro avevano il dono di poter danzare nell’aria e gli bastava. Così come agli animali che abitavano le acque bastava essere immersi nella profondità dei mari e farsi trasportare in luoghi diversi dalle correnti o saltare di onda in onda. Neanche le zebre, le giraffe e le gazzelle se la passavano male, figuriamoci quell’indolente del leone. Se ne stava tutto il giorno a sbattersi la coda sulle chiappe senza far niente, servito e riverito dalla leonessa che invece si dava un gran da fare. Quando si alzava, si sgranchiva le zampe e ruggiva. E solo per questo era considerato un leader.

Insomma chi se la passava peggio eravamo io e gli insetti della terra. Ma loro erano sempre occupati a trasportare qualcosa, scavare gallerie o innalzare cumuli di terra. Io invece me ne stavo tutto il tempo su quel maledetto albero a non far niente.

Il tedio per gli esseri d’intelletto è la cosa peggiore che esista. Ve lo assicuro.

Cominciai a riflettere tra me e me e a prendere nota di quello che succedeva nell’Eden. Non è che Dio mi avesse dato quel compito specifico, ma, quando ebbe finito di creare tutto, veniva ogni tanto a controllare e a parlare ora con uno ora con l’altro. Sembrava apatico, annoiato, disinteressato. Parlò anche con me e credo che gli piacque ciò che avevo da raccontargli, il mio interloquire, la mia capacità d’ascolto. Cominciammo a trascorrere molto tempo insieme in lunghe disquisizioni filosofiche.

Vi domanderete come mai avevo la capacità di pensare e di avere conversazioni colte con Dio. Semplice. Non ero mai sceso dall’Albero della Conoscenza.

Non ricordo quando fu che mi parlò del concetto del Bene.

– Facciamo che il Paradiso Terrestre sia il Bene – disse. – È un mondo perfetto che si muove secondo un programma stabilito e tutti sono felici. Solo che tutta questa perfezione, tutta questa felicità è statica, immobile, ferma come l’acqua di uno stagno.

– Infatti – dissi, – in questo mondo perfetto io mi annoio e credo anche di essere infelice. A questa perfezione manca il movimento.

– Allora creiamo il movimento – disse.

E mi propose un gioco di ruoli dove Lui sarebbe stato il Bene, e io il Male.

– Noi sappiamo che niente è bene e niente è male, ma basta dire che questo si fa e questo non si fa per creare una contrapposizione e vedere che succede.

– Ma nessuno qui, a parte noi due, è in grado di elaborare questi concetti! – dissi.

– Ne sei proprio sicuro? – rispose.

Accettai. Saremmo stati due facce della stessa medaglia. Due forze paritarie che avrebbero generato “il Movimento”. Questo avrebbe dovuto bastarmi. E invece sentivo ogni giorno di più crescere il mio malcontento.A volte non basta salire sui gradini più alti del potere per essere felice, perché dalla tua posizione guardi in basso e vedi ciò che ti manca. E ciò che mi mancava era tutto ciò che Adamo ed Eva avevano. Cominciai a odiarli. Odiavo quella simbiosi che c’era tra di loro, quel senso del tutto che io non avrei mai conosciuto.

Devo ammettere che provai un gusto sottile quando finalmente Eva fu messa alla porta. Una sorta di perfida felicità. Certo, non fu una cosa facile perché la donna era dotata d’ ingegno e quindi non cedette a nessuna delle mie lusinghe, anzi a un certo punto cominciò ad evitarmi.

Dovetti confondere un po’ le acque, manipolare gli eventi, falsificare le situazioni. Insomma fare una serie di cose che poi gli uomini hanno appreso alla perfezione.

Ho barato!

Ero o non ero il “Male”?

Immaginavo, in quel modo, di dividerli, di porre fine al loro rapporto così speciale.

Adamo non avrebbe avuto il coraggio di lasciare i suoi amici lupi e tutti gli altri animali, non avrebbe rinunciato alla vita comoda dell’Eden per seguire Eva. Dio, gli avrebbe messo un’altra creatura al suo
fianco, proprio come aveva fatto quando Lilith, la prima donna, si era
ribellata ed era fuggita dal Paradiso Terrestre.

Invece lui la seguì.

D ‘un tratto persi la mia spocchia da intellettuale. Avevo fatto un grave errore di valutazione!

– Puoi sempre rimediare – mi disse Dio. Lo guardai senza capire.

– Puoi seguirli, andare dove andranno loro e tentarli per sempre. Così potrai continuare a creare il movimento che ti è sempre mancato.

Solo in quel momento compresi che mi aveva usato.

Sconfitto, scesi dal mio albero e mi avviai strisciando verso il mondo.

Il resto della storia la conoscete, ma se posso aggiungere una considerazione, sono convinto che Dio ormai non si annoi più.

sabato 11 Maggio 2019

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