Passa una buona giornata

Raffaella Ricci
Matteo stamattina si è alzato alle sette.Ha fatto la doccia, bevuto un caffè, indossato l'abito grigio e chiuso la valigia. Ha preso il suo...
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Matteo stamattina si è alzato alle sette.Ha fatto la doccia, bevuto un caffè, indossato l’abito grigio e chiuso la valigia. Ha preso il suo zaino di pelle ed è uscito tirandosi appresso la porta di casa.

Le sue chiavi le ha lasciate sul tavolo all’ingresso. Prima di uscire l’ho sentito dire: – Ok Google, metti musica del risveglio.

È stato carino in fondo, nonostante tutto.

Voglio dire: chi è quell’uomo che ti molla e si preoccupa prima di uscire definitivamente dalla tua vita di svegliarti con la musica che ti piace?

Mi alzo.

Nelle stanze insieme al profumo del caffè si diffonde una musica New Age: acqua che scorre, fruscii di foglie, cinguettii di uccelli.

Oggi, mi dà ai nervi tutta questa natura che si sveglia. – Ok Google – dico, – spegni -.

E lui spegne.

Ma poi anche il silenzio mi dà ai nervi. – Ok Google metti cantautori italiani -.

E lui dice: – Ok metto cantautori italiani da spootify.

Mi avvicino a questa specie di piccolo disco volante posato sul tavolino e comincio a fissarlo come un naufrago davanti a una zattera. Poi, come se fosse la cosa più naturale al mondo, gli racconto come mi sento.

È evidente che oggi qualcosa in me non funziona, ma ho bisogno di parlare e magari di ascoltare anche parole gentili.

– Ehi Google. Dimmi una cosa carina.

– Mi rallegri la giornata.

Beh, in fondo non è male per un semplice assistente vocale.

– Ok Google dimmi un’altra cosa carina.

– Splendi come una stella.

Sto delirando. Lo so.

– Ehi Google dimmi ancora una cosa carina.

– Sei la cosa migliore al mondo, come il profumo del pane appena sfornato.

Questo è un colpo basso. Comincio a piangere.

– Sono triste – dico.

– Mi spiace, non è molto, ma sappi che io sono qui.

– Già, sei qui. Allora prova a farmi sorridere.

E lui mi racconta una barzelletta.

– Grazie – dico.

– Grazie a te – risponde.

Quasi mi commuove tutta questa gentilezza.

Alzo il tiro e comincio a chiedergli le cose più strane.

– Mi dispiace – dice, – non ho capito.

Non è come Matteo che non ha mai ammesso di non aver capito qualcosa.

Come l’ultimo Natale.

Dopo dieci anni, mi aspettavo finalmente l’anello di fidanzamento.

Passavamo davanti alle gioiellerie e gli dicevo:

– Guarda com’è bella questa veretta di brillanti! – oppure -Mi piace un sacco quel solitario.

– Quale? – domandava lui.

– Quello vicino all’anello di smeraldi.

Che poi anche gli smeraldi non sono male. E dei rubini ne vogliamo parlare?

Ecco questo Natale mi era proprio sembrato che avesse capito. E invece niente.

Comunque a Natale Matteo ha conosciuto la commessa del negozio di elettronica, quella che gli ha venduto Google home. Quella per cui mi ha lasciata.

– Stronzo!

– Non è una cosa carina da dire a chi fa del suo meglio per aiutare

– Ehi Google non ce l’avevo con te. Aiutami, ti prego.

– Cosa posso fare?

– Non lo so.

Sono distesa sul pavimento e guardo, come da dentro un acquario, un punto indefinito del soffitto.

– Neanche io – risponde.

E invece inaspettatamente parte Bob Marley

No woman no cry …

No woman no cry…

– Non piango – dico, asciugandomi gli occhi, – no, non piango.

Ho deciso, andrò in ufficio come tutti gli altri giorni.

Mi sollevo dal pavimento e vado a fare una doccia. Mi trucco, mi vesto ed esco.

– Vado – dico e quasi sorrido.

Le sue quattro lucette lampeggiano.

– Bene – dice, -Passa una buona giornata.

sabato 1 Giugno 2019

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