Non voglio mica la luna

Raffaella Ricci
Eleonora entrava e usciva dalla sua stanza, andava da Marta, sua madre, che stesa sul divano, faceva finta di guardare la televisione, e...
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Eleonora entrava e usciva dalla sua stanza, andava da Marta, sua madre, che stesa sul divano, faceva finta di guardare la televisione, e domandava:

-Mamma, questo come mi sta?

– Ti sta benissimo – rispondeva Marta.

– Sì, ma mi sta meglio degli altri, o peggio, o uguale?

Marta spense il televisore e la guardò.

– A me piace come stai con la gonna nera, la camicia bianca e gli anfibi ..

– Sì, ma Andrea ha detto che mi porterà all’Osservatorio Astronomico. Non credo che la gonna vada bene.

– E perché ti porterà all’Osservatorio Astronomico?

– Perché è il nostro terzo mesiversario. Vuole farmi una sorpresa.

– Ah! – disse Marta pensando che ai suoi tempi si festeggiavano solo gli anniversari. Qualche volta neanche quelli. A Giorgio non era mai piaciuto festeggiare, scandire con un gesto un giorno importante. Tutti i giorni sono importanti uguali” diceva e lei si era adattata. Solo che poi i giorni erano diventati tutti ugualmente tristi.

– Allora metti il jeans, le sneakers e il giubbotto di pelle. Starai benissimo.

– Mamma, io so perché Andrea mi porterà all’Osservatorio Astronomico.

– Perché ti porterà all’Osservatorio Astronomico?

– Perché vuole regalarmi una stella.

– Ah! Adesso si possono regalare le stelle? E la NASA lo sa?

– Mamma, lo so che è una bufala, ma è così romantico che il tuo ragazzo ti regali una stella.

Marta pensò che Giorgio una cosa così romantica non l’avrebbe mai fatta. Era un uomo pratico lui! Eppure a volte si ha bisogno di ritrovare la stessa leggerezza di due adolescenti.

– Mamma, mamma … mi ascolti? – la voce di Eleonora le giunse da lontano, Marta si scosse.

– Sì … sì.

Sua figlia la guardava con una certa apprensione.

– Stai bene? – domandò. Marta si sistemò la maglietta del pigiama. Non sapeva se stava bene. Giorgio le mancava.

L’ultima volta che avevano litigato, lui aveva preso un borsone e ci aveva messo dentro il rasoio, lo spazzolino e qualche altra cosa.

– Non ce la faccio più – le aveva detto.

– Non voglio mica la luna! – gli aveva risposto.

– No? E cosa vuoi? Avanti dimmelo. Torno a casa stremato, dopo una giornata di lavoro, e mi tormenti con le tue richieste assurde. Non fai che ripetere che ti trascuro e non ti sta mai bene niente di quello che faccio per te perché non è mai come te lo sei immaginato. Cresci Marta, hai nella testa un’idea tutta tua dell’amore, ma la vita è un’altra cosa.

Era andato via sbattendo la porta. Lei era rimasta in silenzio a domandarsi perché non c’era spazio per il sogno nelle loro vite, per un gesto gentile, un mazzo di fiori, un’attenzione. Poi era andata a preparare la cena, Giorgio avrebbe fatto un giro dell’isolato e si sarebbe calmato. Era già accaduto. E invece aveva mandato un sms “Me ne sto per qualche giorno nella casa di campagna. Ho bisogno di una pausa “. Erano passate tre settimane e non era tornato.

– Mamma, stai bene? – ripeté Eleonora.

– Certo tranquilla. Vai.

Eleonora l’aveva abbracciata e si era chiusa la porta di casa alle spalle.

Qualche attimo dopo il campanello aveva squillato. Marta si era alzata a forza dal divano ed era andata verso la porta.

– Cosa hai dimenticato questa volta? – disse e aprì.

Giorgio era davanti a lei, indossava un jeans e una maglietta che non gli aveva mai visto, sembrava smagrito.

– Non mi fai entrare? – Marta si scostò e lo fece entrare.

– Mi sei mancata – disse.

– Anche tu – rispose.

– Ma dobbiamo parlare. Stare lontano da te e da Eleonora tutti questi giorni mi ha fatto riflettere.

-E … -disse Marta come sospesa a un filo

– E avevi ragione. Sono stato un uomo insensibile. Ho dato tutto per scontato e non ho fatto nulla per dimostrarti il mio amore. Ma voglio rimediare.

La prese per mano e la condusse sulla terrazza. Era una notte quieta, limpida, con un cielo profondo cosparso di stelle. Giorgio la prese tra le braccia e le indicò un punto preciso della volta stellata, dove una stella, più piccola delle altre, brillava tremula.

– Lo so che non vuoi mica la luna, e comunque quella non te la posso regalare. Va bene lo stesso una stella?

sabato 15 Giugno 2019

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