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La Scuderia Ferrari Club Fasano in visita alla fabbrica di Maranello e al Museo Casa Enzo Ferrari

La Redazione
La Scuderia Ferrari Club Fasano in visita alla fabbrica di Maranello e al Museo Casa Enzo Ferrari
I 34 partecipanti all'iniziativa hanno avuto la possibilità di visitare a fondo la fabbrica che fu di Enzo Ferrari esplorando i luoghi e i processi che danno vita ai ‘bolidi rossi'
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Forse l’emozione non ha voce, ma di certo ha un colore: il rosso. Lo sanno bene i tesserati della Scuderia Ferrari Club di Fasano che, durante gli scorsi 26 e 27 maggio, sono stati i fortunati visitatori della fabbrica della Rossa a Maranello e del Museo Casa Enzo Ferrari di Modena.

I 34 partecipanti all’iniziativa, capitanati dal presidente del club Orazio Leone, hanno avuto la possibilità di visitare a fondo la fabbrica che fu di Enzo Ferrari esplorando i luoghi e i processi che danno vita ai ‘bolidi rossi’.
Compagni di viaggio d’eccezione sono stati 19 ragazzi dell’istituto IPSIA Carlo Agostinelli di Ceglie Messapica che, accompagnati da due coraggiosi docenti, Giusi Guarini e Vito Ditano, hanno scelto di partecipare all’iniziativa spinti dalla passione per la meccanica e dalla curiosità di capire davvero com’è fatto il mondo Ferrari.
I maturandi e tutti gli iscritti si sono addentrati nei meandri della fabbrica assistendo ai processi meccanici di assemblaggio dei componenti, di rifinitura dei pezzi e in casi rari anche di montaggio che portano alla nascita delle auto dal marchio più famoso del mondo. Il fascino della fabbrica, ovviamente, non è dato solamente dall’amore nei confronti della Scuderia, ma anche dalla bellezza e dal valore commerciale del prodotto finito che da quei magazzini viene fuori.
Sono circa 8000 in un anno le vetture che vengono prodotte dalla fabbrica di Maranello, numero apparentemente esiguo ma che racconta la produzione elitaria e di qualità che ne fa il marchio più ambito al mondo.
La fabbrica in sé racchiude storie affascinanti, dalla presenza delle enormi aree verdi interne alla fabbrica che permettono di studiare il rapporto che si crea tra l’ambiente e gli esseri che lo abitano, di modo che le condizioni di lavoro siano sempre e comunque ottimali, al fatto che i meccanici lavorino alla mansione di competenza per 19 minuti, scaduti i quali un nastro trasporta il pezzo alle mani successive per il prossimo passaggio.
La storia più interessante, forse, è quella che ha come protagonisti due bracci meccanici a cui sono stati dati i nomi di Romeo e Giulietta, i due innamorati perfetti che però non si incontreranno mai.
Proprio come i protagonisti della tragedia shakespeariana, i due bracci meccanici lavorano in simbiosi assemblando pezzi e compiendo movimenti perfettamente incastrati tra di loro, ma senza toccarsi mai.
La visita del gruppo, poi, è continuata alla scoperta del programma di recupero vetture indetto da Ferrari che si occupa di ridar vita ai bolidi da F1 (e non solo) degli anni passati mettendoli a disposizione di una clientela elitaria. Agli occhi degli appassionati, la stanza dove le auto sono parcheggiate in attesa di riavere vita è il paese di balocchi. Entrando nella stanza si viene subito immersi in un mare di rosso che fa brillare gli occhi, circondati dalle vetture degli ultimi mondiali di F1 pronte per essere accarezzate dagli amanti e guidate dagli esperti.
Mascotte del week end è stato il giovanissimo Vincenzo Sabatelli, il ragazzino di 14 anni appassionato estupefacente conoscitore non solo della storia ma anche della meccanica che fa la bellezza e la potenza della Ferrari, il quale non ha minimamente temuto di riempire di domande la guida specializzata che ha
fatto da cicerone al gruppo di Fasano.
La domenica mattina, poi, il gruppo si è recato in visita al Museo Casa Enzo Ferrari di Modena, un luogo che sa di bellezza e storia in ogni suo angolo. Diviso in due aree, il museo racconta l’evoluzione della bellezza estetica che fu cifra identificativa del Commendatore, scomparso nel 1988, il cui sogno all’epoca realizzatosi
rivive oggi nelle supercar da strada che hanno allargato le frontiere della magnificenza automobilistica.
«È stata un’esperienza che ci ha arricchiti – afferma il prof. Ditano – sia dal punto di vista delle conoscenze tecniche che dal punto di vista umano. Abbiamo fatto incontri bellissimi, abbiamo conosciuto persone belle sia fuori che dentro: rimarrà un’esperienza indelebile. Da rifare assolutamente».

«Anche secondo me si tratta di un’esperienza sicuramente da ripetere – dichiara la Guarini – , perché i ragazzi hanno dimostrato interesse è una forte partecipazione. Se il mio impegno è stato proficuo è perché loro me l’hanno chiesto in maniera accorata. Mi auguro che si possa ripetere ancora un’esperienza del genere perché arricchisce e forma i ragazzi».
Solo stando ad un palmo dai motori di auto che hanno fatto la storia si riesce davvero a capire che quella potenza, meccanica, era prima di tutto umana, frutto della mente di un uomo geniale, ambizioso e determinato che ha insegnato al mondo il rombo della passione colorata di rosso.

mercoledì 6 Giugno 2018

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