Politica

Questione ospedale: nel Consiglio comunale ognuno ha detto la propria, ma destino deciso

Vincenzo Lagalante
Il consiglio comunale
Una seduta, quella di ieri, a tratti infuocata, durante la quale non sono mancate accuse e anche chiarimenti. Tanta la gente che ha protestato / LE FOTO
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Grande partecipazione di pubblico ieri pomeriggio durante il Consiglio comunale monotematico convocato per parlare del piano di riordino ospedaliero che ha portato l’ospedale “Umberto I” di Fasano a diventare Presidio Territoriale di Assistenza. Tanta gente che si è prima ritrovata in piazza Ciaia e poi nell’aula consiliare per contestare, più che ascoltare, la decisione della Giunta regionale e dell’Asl di trasformare il nosocomio fasanese in ospedale di comunità.

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A poco sono servite le disquisizioni di Giuseppe Pasqualone, direttore generale dell’Asl Brindisi, e del consigliere regionale Fabiano Amati per convincere i cittadini intervenuti che quella della trasformazione in Pta era l’unica scelta possibile, sia perché mantenere i posti letto era impossibile per questioni economiche sia per una questione di sicurezza della stessa struttura. La cosa che sembra certa è che nel giro di un mese il Pta “Umberto I” sarà attivato con i dieci posti di Pediatria e i 20 posti per ammalati più grandi, più l’attivazione di altri servizi previsti dal protocollo d’intesa firmato un paio di settimane fa a Bari.

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La seduta si è aperta con un lungo applauso ironico da parte del comitato spontaneo costituitosi a Fasano nelle ultime settimane e sia con il grido: “Avete tradito la Costituzione, evitate di cantare l’inno nazionale”. Subito dopo, tra mugugni e grida di proteste, è intervenuto il sindaco Francesco Zaccaria, che ha affermato, tra le altre cose, che «si è arrivati a fare queste scelte per la cattiva impostazione sanitaria degli ultimi trent’anni e ora ne stiamo pagando in parte il conto. Ora siamo partiti con un processo di riconversione dell’ex ospedale, il quale fornirà una serie di servizi. Noi siamo stati coraggiosi – ha detto il sindaco –, non abbiamo messo la testa sotto la sabbia; siamo andati incontro al problema, non facendoci inseguire. Il protocollo d’intesa non è uno schema rigido, non è detto che non possa arricchirsi nei prossimi anni».

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A questo punto il primi lungo intervento del dg Pasqualone. «Le riconversioni dovevano partire molto tempo prima, negli ultimi anni invece si sono creati falsi convincimenti nelle popolazioni. Questi in fase di trasformazione sono ospedali che non soddisfano determinati requisiti e noi siamo chiamati a fornire sicurezza: purtroppo questo è stato un percorso nuovo e doloroso. Inizialmente gli ospedali in Puglia erano 60, scesi poi a 29 ospedali, ma abbiamo ancora dieci strutture in più che non rispettano gli standard: la popolazione pugliese si cura solo in undici ospedali. Se vogliamo qualcosa di buono per la nostra gente, non possiamo far altro che attuare questo percorso: prima eravamo in una situazione di mezzo che non faceva bene né ai medici né alla popolazione. Il piano di riordino ospedaliero non è contro la gente di Fasano, qualsiasi presidente di Regione avrebbe firmato il piano attuato da Emiliano. Certo, andava fatto prima, finora abbiamo perso solo tempo, ma siamo convinti di aver fatto un buon lavoro».

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Durante il discorso di Pasqualone, la seduta è stata sospesa per una decina di minuti per le continue urla di protesta che venivano dal pubblico. È seguito poi l’intervento del consigliere comunale Giacomo Rosato (Fasano Democratica): «Sapevamo che saremmo arrivati alla riconversione in Pta, tutto però ci era stato detto che sarebbe stato attuato dopo la costruzione del nuovo ospedale. La città stava metabolizzato questa decisione e noi, come parte politica, non abbiamo alzato la voce perché avevamo avuto rassicurazioni in tal senso. Il consigliere Amati ci disse che la riconversione non sarebbe stata così drastica. Perché non si è fatto uno sforzo per mantenere i 70 posti letto, visto che tempo fa fu preso questo impegno? Le cose andavano spiegate per tempo e gradualmente, il provvedimento non sembra così lineare. Ci chiediamo: è stato rispettato il diritto alla salute dei fasanesi?».

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Mentre Pasqualone, tra un intervento e l’altro, ha ribadito che l’ospedale nuovo tra Monopoli e Fasano si farà e che «questo momento di passaggio è quello più difficile», ha preso la parola il consigliere comunale Antonio Scianaro (Circoli Nuova Fasano): «Dal 2005, con Nichi Vendola presidente della Regione, è arrivato il declassamento dell’Umberto I e in quella occasione è nata l’idea del nuovo ospedale, a Speziale. Tante vicende si sono verificate da allora». Rivolgendosi al sindaco Zaccaria, ha detto: «Lei ha fatto registrare il peggior risultato per la nostra Fasano, lei ha portato le esigenze della nostra città come se fossimo una frazione». Ad Amati, invece, ha detto: «Lei ha illuso tutti, fondando le sue campagne elettorali sulla questione sanità. Lei ha penalizzato la città (riprendendo anche il discorso del piano di recupero del centro storico, ndr), non so come faccia, con due condanne, ad essere seduto ancora in Consiglio regionale».

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L’intervento del consigliere Franco Mastro (Partito Democratico) è stato fatto soprattutto da operatore del settore. «Pensavate – rivolgendosi alla gente – che noi medici non volevamo un ospedale primo livello? Questa storia del declassamento parte da molto lontano, quando nell’allora cinema Mastroianni intervenne il senatore Specchia dove fu acclamato, io mi permisi di rompergli le scatole. In questi anni tutti hanno tolto una pietra da questo muretto a secco per portarla ad Ostuni ed i politici fasanesi sono stati sempre zitti, riempiendo di voti i personaggi di turno. Questo non è più un ospedale da anni, con tre reparti non si poteva andare avanti e soprattutto con la mancanza di Rianimazione».

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Molto atteso l’intervento del consigliere Raffaele Trisciuzzi (Movimento 5 Stelle): «Prima di firmare questo protocollo d’intesa andavano ascoltati i cittadini: Pasqualone lo vediamo qui a Fasano a Pta già deciso. Le parti sociali in questa città non sono state mai ascoltate. L’Umberto I sarà insufficiente per una città che d’estate si ritrova con 600mila di persone. Perché l’ospedale di Ostuni resta, quello di Fasano chiude e quello di Monopoli viene addirittura potenziato? Perché venite a Fasano dicendo che non ci sono soldi per assumere anestesisti, ma poi ci venite a dire che ci sono trenta milioni di euro per i Pta della provincia e 150 milioni per l’ospedale nuovo? Dove sono finiti i 120 posti letto che spettano di diritto a questa città, come previsto dal decreto ministeriale 70 del 2015? L’ospedale di comunità non è un ospedale. Cittadini, lasciate perdere le promesse, noi non ci fidiamo più di nessuno».

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Molto articolato l’intervento del consigliere regionale Fabiano Amati: «Il punto di primo intervento territoriale 118 (prima Pronto soccorso) è ulteriormente potenziato, sia nel personale (da 3 a 9) sia nei mezzi (oggi anche con auto-medica, oltre alla presenza di ambulanza). E proprio per essere preciso, non può più esserci un ospedale che fa interventi di ortopedia senza la rianimazione, perché non è sicuro. Gli ospedali sono edifici strategici: se un ingegnere dovesse valutare la situazione del nostro stabile, la troverebbe penosa, quindi non sicura e questo non vale solo per quello di Fasano, ma per la maggior parte degli ospedali pugliesi».

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E ha proseguito: «Per questo, ad un certo punto, è nata l'esigenza di avere un nuovo ospedale: sicuro (a livello strutturale e per la salute), di qualità, in grado di curare ictus, infarti e grandi traumi. È stato possibile trovare il finanziamento, che aspettava solo di essere destinato a un territorio: quello tra Bari e Brindisi era il più mortificato, con 130 chilometri circa in cui non c'è mai stato un ospedale di I livello. Bene, ci sarà tra Monopoli e Fasano. Io devo sentirmi colpevole per aver voluto un nuovo ospedale? Se così fosse, allora mi dichiaro colpevole di aver voluto un ospedale salva vita qui vicino, anche se questo mi farà perdere consensi. Ma da amministratore preferisco occuparmi della salute delle persone e del bene di tutti anche se questo significa fare scelte dolorose ma giuste».

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Prima delle repliche, ha preso la parola il consigliere regionale Marco Galante (M5S) che ha replicato ad alcuni passaggi di Amati, chiedendo ai cittadini di seguire da vicino l'evolversi del piano di riordino. Infine, è intervenuto anche Biagio Grassi del comitato spontaneo per la difesa dell'ospedale, affermando: «Noi non ci arrenderemo, noi non vogliamo sigle tipo Pta, ma il nostro ospedale».

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sabato 25 Marzo 2017

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