Politica

Lello Di Bari: «Non aver votato? Mi è stato negato un diritto»

Vincenzo Lagalante
Lello di Bari
Il sindaco fasanese commenta così la domenica elettorale alla quale lui non ha partecipato per la ormai nota sospensione da primo cittadino
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«Credo che ieri mi sia stato negato un diritto e per questo sono amareggiato». Lello Di Bari, sindaco di Fasano, commenta così la domenica elettorale non vissuta perché il Ministero degli Interni gli ha negato, qualche settimana fa, la possibilità di recarsi alle urne in quanto sospeso dall’incarico per l’applicazione della Legge Severino.

«Sabato avevo preso in considerazione – riprende Lello Di Bari – la possibilità di scrivere al Prefetto affinché mi autorizzasse a votare, così come nel caso del sindaco di Napoli, De Magistris. Mi sono letto la sentenza del Tar della Campania – afferma il primo cittadino di Fasano – e ho notato che lui è stato autorizzato a votare perché considerato consigliere comunale. Per questo volevo che, anche per il mio caso, venisse adottata la stessa decisione».

Di Bari aveva deciso di scrivere a Nicola Prete 24 ore prima del voto, ma a quanto pare lo stesso Prefetto – indirettamente – avrebbe fatto giungere il suo parere al sindaco di Fasano. «In effetti – riprende Lello Di Bari – mi hanno fatto intuire che non ci sarebbe stata alcuna possibilità di voto per me perché anche il tipo di elezione era diverso: a Napoli si votava per la Città Metropolitana, qui invece per la Provincia».

A questo punto, il sindaco fasanese ha lasciato perdere e non ha più scritto a Nicola Prete, accettando suo malgrado la decisione del Ministero. «Il Prefetto – riprende Di Bari – mi ha fatto subito capire che la decisione di non farmi votare non era la sua, ma del Ministero. Lui aveva solo chiesto un parere. E, francamente, 24 ore prima del voto, non ci sarebbe stato il tempo materiale per interrogare il Ministero e ho desistito, accettando la decisione».

Quello di Lello Di Bari è uno stato d’animo di amarezza. «Sono anche piuttosto perplesso su questa decisione assunta – afferma – e l’ho sempre dichiarato. Certo, il mio voto non avrebbe cambiato le sorti di questa elezione, né tantomeno potevo candidarmi. Ma mi avrebbe fatto piacere dare il mio contributo, la mia preferenza. Purtroppo l’errore è alla base con la Legge Severino, ma ho fiducia nella giustizia e sono sicuro che fra un mese, in Corte d’Appello, tutto sarà ribaltato».

lunedì 13 Ottobre 2014

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