Cultura

Luisa Ruggio incantatrice con le parole

Dino Cassone
Luisa Ruggio
La scrittrice leccese è stata ospite ieri a Fasano con il suo "Teresa Manara" nel "Salotto delle arti" di Lorenza L'Abbate
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Luisa Ruggio sa usare bene le parole. Il suo romanzo, come ha sottolineato Annamaria Toma, «è una lunga poesia in prosa, una scrittura materica che talvolta allontana l’attenzione dalla storia raccontata». Ospite ieri sera del "Salotto delle arti" di Lorenza L’Abbate, la scrittrice, nata a Fasano ma trapiantata sin da piccola a Lecce, la città di suo padre, ha conversato con Annamaria Toma, operatrice culturale, sul suo ultimo romanzo intitolato “Teresa Manara”.

Il libro, raccontato in prima persona dalla protagonista, parla di una donna, Teresa Manara appunto, che nel 1950 andando controcorrente, «come un pesciolino che risale la corrente», parte da Imola e approda giù nel profondo Salento, “alli scunfundi”, per raggiungere l’uomo che ama. Come ha sottolineato la stessa Ruggio, il romanzo è soprattutto «una storia d’amore tra una donna e un luogo». Una terra bellissima e incantata, una terra di frontiera dalla lingua «impastata di greco e spagnolo, parole sonore come schiaffi».

Una presentazione inusuale, dove niente è stato lasciato al caso, dall’assenza di domande prestabilite ad alcuni oggetti (un orologio da taschino, uno scampolo di stoffa, uno specchio, una bambolina di porcellana), protagonisti a loro modo del romanzo stesso, che sono diventati pretesto di narrazione per l’autrice. Ad arricchire il piacevole racconto, due brave lettrici, Barbara Castellano e Daniela Iachetti: due Teresa Manara che uscite da una cartolina d’epoca, hanno dato vita e cuore alla protagonista.

Ed ancora, un giovane sassofonista, Michele Ambriola, che ha riportato con la sua musica il pubblico indietro nel tempo, in un’epoca difficile ma ancora piena di speranze per il futuro, in una città, Lecce, dove «tutto sembra fermo e non cambia mai nulla». Una città in cui la protagonista, che diventa magicamente l’autrice, non è inciampata per caso, ma ha scelto nel pieno della sua consapevolezza. Perché «questa è la mia città, perché l’ho scelta tante volte anche quando mi è andata di traverso».  

 

 

sabato 20 Dicembre 2014

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