Calcio

D’Amico: «Sulla questione stadio servono fatti e non parole»

Ciccio Cofano
Franco D'Amico
Il presidente ricorda il momento chiave della fantastica stagione passata, si esprime senza giri di parole sul tema stadio e parla di mercato e di obiettivi di squadra per il prossimo campionato
scrivi un commento 20

Serietà e programmazione: sono queste le sensazioni che lascia la piacevole chiacchierata con Franco D’Amico, in cui si spazia dai ricordi della stagione passata agli obiettivi futuri, passando per il tema caldo dello stadio. E la sensazione che nonostante i due anni e mezzo più che positivi da quando è tornato alla guida del sodalizio fasanese, lo sguardo sia costantemente proiettato in avanti, all’insegna delle idee chiare e della razionalità. Una razionalità che induce a non fare il passo più lungo della gamba, lasciandosi trascinare dall’euforia del momento, e che rappresenta la migliore garanzia sul destino del Fasano Calcio negli anni a venire.

Partiamo dalla stagione appena andata in archivio. Qual è l’episodio o il momento che ricorda con particolare piacere e che porterà con sé anche nei prossimi anni?

«Il momento per eccellenza, il vero crocevia della stagione, è stato senza dubbio la settimana della finale di Coppa Italia. Sembra paradossale ma è così: quando le cose vanno per il verso giusto è tutto più semplice ma superare i momenti negativi, che nell’arco di una stagione arrivano sempre, fa la differenza. E dopo la trasferta di Molfetta c’è stata senza dubbio una svolta in termini di risultati».

Passando invece alla stagione prossima, in questi ultimi giorni tiene banco la questione stadio. Potrebbe spiegare che tipi di interventi sono in cantiere?

«La Federazione ci impone il rispetto di determinati parametri, in particolare in merito alla sicurezza: recinzioni, cancelli di ingresso, uscite di sicurezza. Nulla di irrisolvibile. Per quanto riguarda la recinzione che cinge il terreno di gioco, sarà sempre in metallo ma sarà omologata nel rispetto dei criteri vigenti».

Sono interventi per cui è prevista una vostra partecipazione economica o sarà tutto a carico del Comune?

«No, la questione infrastrutturale è tutta in capo al Comune».

Si è parlato anche di problematiche relative al settore ospiti.

«Anche qui non si tratta di problemi insormontabili. Principalmente si tratta di effettuare lavori di ripristino di qualche gradone che col tempo e con la sollecitazione dei tifosi ha subito un deterioramento. Ci tengo comunque a precisare che il nostro stadio è un piccolo gioiello per la categoria. L’insorgenza di queste problematiche è dovuta al fatto che il Fasano mancava in serie D da otto anni e da allora il panorama normativo è cambiato in alcuni aspetti. Per questo è naturale che la Federazione faccia dei sopralluoghi nel corso dei quali vengono individuate le problematiche più stringenti che una volta eliminate portano all’omologazione. Mi auguro solo che tali interventi vengano eseguiti in tempi brevi perché la prima partita stagionale si terrà con tutta probabilità il 19 agosto, in quanto il Fasano neopromosso sarà impegnato in Coppa sin dal primo turno».

Al riguardo ha ricevuto rassicurazioni da parte del Comune?

«Sono consapevole che in questi casi le lungaggini burocratiche sono inevitabili. Per fortuna, facendo tesoro della nostra esperienza, ci siamo attivati affinchéi tecnici federali visionassero lo stadio molto prima del previsto, in modo tale da intervenire il prima possibile. Solo per fare un esempio, rifare totalmente la recinzione comporta almeno un mese di tempo, quindi se non si comincia al più presto potrebbero nascere problemi. Lo sforare con i tempi ci costringerebbe a giocare su altri campi o, in extrema ratio, a disputare la partita a porte chiuse o con la chiusura di alcuni settori».

Dal punto di vista tecnico, in quale reparto pensate di intervenire più massicciamente e che tipi di profili cercate?

«Naturalmente interverremo un po’ in tutti i reparti ma la priorità al momento è acquistare gli under migliori visto che dall’anno prossimo se ne dovranno schierare quattro (due giocatori classe ’99, uno ’98 e un ’00, ndr). Stiamo sondando molti profili provenienti da settori giovanili di società importanti come Bari e Lecce, tenendo conto che la situazione cambia radicalmente a seconda che il ragazzo sia classe ’98 o ’99. Per questi ultimi in questa stagione è previsto il c.d. contratto di addestramento sportivo, che consente alle società maggiori di girare in prestito il giocatore continuando a monitorarlo. Per i classe ’98, invece, scatta l’obbligo di proporre un contratto quinquennale al giocatore, che altrimenti si svincola consentendoci di tesserarlo. È il caso ad esempio di Bernardini: nel caso in cui il Lecce non gli proponga un contratto entro il 15 luglio, dal giorno successivo sarà libero. Il ragazzo ha già manifestato che in questo caso restare a Fasano sarebbe la sua prima scelta. Per quanto riguarda il profilo di giocatore che cerchiamo, è chiaro che non guarderemo solo all’aspetto tecnico ma anche a quello caratteriale e della personalità. Giocare in un campionato difficile come quello di D, per di più in una piazza importante e calda come Fasano, non è da tutti».

Considerando proprio quest’ultimo aspetto, in un ruolo delicato come quello del portiere punterete su un under o su calciatore d’esperienza?

«La priorità è trovare un portiere under che sia affidabile, l’idea di partenza è questa».

Passando agli obiettivi di squadra, punterete ad una salvezza tranquilla o ambite a qualcosa in più?

«Speriamo di poter fare qualcosa in più di una semplice salvezza, diciamo che il traguardo minimo è guadagnare la parte sinistra della classifica. Bisogna dire in ogni caso che non pianifichiamo una stagione alla volta ma stiliamo dei programmi di durata quantomeno triennale. Per ambire a traguardi importanti la priorità è strutturarsi al meglio dal punto di vista societario e poi dal punto di vista tecnico. Arrivare in alto è difficile ma restarci lo è ancora di più e in questo avere una società all’altezza è fondamentale, così come lo stadio. Voglio essere chiaro: se ad esempio l’anno prossimo andassimo in serie C, il problema dello stadio si porrebbe con ancor più gravità perché il professionismo impone obblighi che al momento non sarebbe possibile rispettare. “Emigrare” in questo caso sarebbe praticamente certo. La serie C resta un obiettivo, ma per renderlo credibile ci devono essere le condizioni, in primis l’impianto sportivo. Questa doveva essere una priorità già due anni fa in modo tale che gli interventi venissero fatti in maniera graduale e non in tempi risicati come adesso. Tornando agli interventi necessari per questa stagione, le nostre sollecitazioni risalgono a ben prima della fine del campionato ma ancora non c’è traccia dell’inizio dei lavori. Sarebbe bene che alle dichiarazioni di disponibilità seguissero i fatti».

giovedì 31 Maggio 2018

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti