Potrebbe essere. Forse. Magari no

Raffaella Ricci
Spesso mi domando, non so se ve lo domandate anche voi, “ma dove andremo a finire?  E a dire il vero non ho nessuna risposta a questa...
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Spesso mi domando, non so se ve lo domandate anche voi, “ma dove andremo a finire?

 E a dire il vero non ho nessuna risposta a questa domanda. Qualcuno ce l’ha?

Potrebbe essere. Forse. Magari no.

Perché nessuno ha la sfera magica in cui leggere il futuro e in genere questa domanda se la pone chi ha più futuro alle spalle che davanti a sé.

Quello che voglio dire è che “ma dove andremo a finire?” non è una domanda che si pone un ragazzo che ha ancora molte cose da vivere e da capire e probabilmente neanche un trentenne che deve sgomitare per farsi largo nella vita, un quarantenne non credo perché nella vita ci è invischiato fino al collo come l’ultima falange del dito indice in un barattolo di marmellata. Ma non sono proprio così sicura.

Potrebbe essere. Forse. Magari no.

Potrebbe essere che un quarantenne cominci a farsi questa domanda quando le cose non vanno per il verso che si aspetta, se un collega in ufficio gli fa un tiro mancino, se un amico gli volta le spalle, se la moglie lo butta fuori di casa lasciandogli il mutuo da pagare.

Generalmente i quarantenni hanno ancora abbastanza anticorpi contro le avversità e quindi lascio questa considerazione in sospeso con un forse seguito da un magari no.

 “Ma dove andremo a finire?” credo appartenga alle persone molto stanche, a quelle che sono state deluse più volte dalla vita, a quelle che hanno perso le energie di un tempo e riescono a vedere solo in bianco e nero.

E quindi a chi è avanti con l’età.

(Mio Dio, non pensavo di essere avanti con l’età).

Però non ci sono certezze, algoritmi che identifichino le reazioni di tutti gli individui sulla faccia della terra. Le statistiche sono basate su un campione di persone, su un panel che si assume rappresentativo del tutto. Ma così non è.

Perché ci sono persone che sono state ferite, che hanno combattuto e sono state sconfitte, che sono anche invecchiate ma non hanno perso curiosità, leggerezza e gioia di vivere. Io li chiamo portatori sani di positività, persone che nonostante tutto continuano a vedere il mondo a colori.

Allora devo procurarmi una dose massiccia di positività e finirla una buona volta di dire “ma dove andremo a finire?”.

Potrebbe essere, ci provo, poi vi dirò.

Raffaella Ricci

 

 

 

  

sabato 27 Novembre 2021

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